Nell’epilogo del libro su Beccanoce ho provato a dire la mia sulla faticosa costruzione della realtà.
Che cosa è vero? Cosa reale? Esiste qualcosa di realmente conoscibile fuori di noi o è tutto un problema di punti di vista?
Un tema enorme, sicuramente al di sopra delle mie possibilità e carico di millenni di pensiero e riflessioni.
Eppure non si tratta di una questione di lana caprina: è un problema serio, qualcosa che ha a che fare con la vita di tutti i giorni, nella pratica.
La percezione è sempre reale. Vero.
Ma cosa accade quando non riesco più a capire la distinzione tra le mie percezioni, magari caricate dei miei vissuti o delle mie proiezioni, rispetto a quello che può essere scevro di implicazioni o doppi fini?
Non è banale.
Il passo tra il relativismo e la follia può essere fin troppo breve…
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