Un sabato mattina a Buti, in provincia di Pisa, per ricordare la strage di Piavola. Per tracciare “un sentiero per il futuro“.
L’incontro è di alto profilo: uno storico di livello nazionale, Paolo Pezzino, che sta seguendo il progetto di realizzazione dell’atlante delle stragi naziste in Italia, in collaborazione con l’ANPI. Il procuratore militare Marco De Paolis, accusatore in vari processi contro criminali nazisti, scaturiti dalla scoperta dell’armadio della vergogna, e grande accusatore nel processo per la strage di Sant’Anna di Stazzema.
A fare da catalizzatore, abbandonando le recenti polemiche, Simone Cristicchi che mette in scena il suo spettacolo sui partigiani.
Tutto molto bello.
Se non mi fosse rimasto nelle orecchie il frastuono assordante di varie classi di scuole primarie e secondarie, inferiori e superiori, che rimbombava sotto il tendone, allestito nella piazza più grande del paese, che impediva a qualche anziano sopravvissuto o parente delle vittime della strage di riuscire ad ascoltare il racconto storico che veniva sapientemente intrecciato, tra storie di vita e documenti storici.
Perché abbiamo bisogno di questa pompa magna per celebrare la Resistenza e quello che è accaduto 70 anni fa, se poi il risultato è un grande caos, contornato da bambini col tricolore appuntato sul petto che cantano e suonano?