Da alcune settimane mi frulla un’idea in testa: realizzare un podcast di notizie (soprattutto locali) come una specie di rassegna stampa su quanto accade in Valdera e in Provincia di Pisa.
Spero di riuscire molto presto ad andare online…
Da alcune settimane mi frulla un’idea in testa: realizzare un podcast di notizie (soprattutto locali) come una specie di rassegna stampa su quanto accade in Valdera e in Provincia di Pisa.
Spero di riuscire molto presto ad andare online…
Un sabato quasi primaverile e mi metto a leggere l’ultima autocelebrativa autobiografia dell’ottuagenario ex sindaco di Pontedera Maccheroni.
Ho sfogliato solo qualche pagina e, leggendo la presentazione dell’attuale sindaco Franconi, trovo un disinvolto paragone tra l’alluvione del 1966 e l’attuale pandemia generata dal “maledetto Covid-19”.
Senza parole.
Immagine tratta da qui
Mi ha profondamente addolorato la scomparsa di Paolo Rossi.
Prima di tutto perché mi è sempre sembrato una brava persona; poi perché è morto giovane e ha lasciato moglie e figli troppo presto. Infine, perché ha rappresentato per gli italiani il simbolo del ritorno sulla vetta del mondo nello sport più popolare del globo.
Possiamo dire che il primo vero mondiale (la prima Coppa del Mondo, anziché l’abbandonata Rimet) l’abbiamo vinta in Spagna nel 1982. E per tutta l’Italia, con Pertini che si sbracciava in tribuna, è stato un trionfo e un riscatto. Il coronamento del boom economico e il superamento della stagione delle stragi, il lancio per quei favolosi anni ’80 che non hanno avuto più eguali e, probabilmente, non ne avranno in futuro.
Continua a leggereLeo Bagatti racconta la reazione di alcuni ragazzi di Perignano nel 1943 di fronte alla chiamata alle armi della Repubblica Sociale.
Un Museo come luogo in cui raccontare la storia di una comunità, l’anima di un territorio.
Benozzo Gianetti racconta come è nato il Museo del Legno di Ponsacco e, simultaneamente, la storia dei mobilieri tra Ponsacco e Perignano.
Non tornerà più la sensazione di libertà della Golf GTI a benzina, un mangianastri con dentro una cassetta con una compilation scritta in inchiostro colorato. Aida, Ad esempio a me piace il Sud, Ma il cielo è sempre più blu. Vent’anni fa.
Uscire di casa per andare verso il mare, con la luce ancora forte e l’odore d’estate che entra dal finestrino.
E la sensazione di lasciare il mondo alle spalle, senza nessuno che ti può rintracciare perché quel tempo è solo tuo. Da dividere con lei.
E anche se non torneranno più quei giorni, saranno sempre qui, vicino, a farmi compagnia.
Pietro Mozzo, sardo di origine ma livornese di adozione, racconta la sua storia di soldato. Inviato dalla Sardegna prima in Francia e poi sul fronte russo.
Un sopravvissuto della ritirata dal Don, grazie ai molti espedienti per sopravvivere al freddo e agli stenti a cui sono stati sottoposti i soldati italiani, con gravissime perdite.